Il Kerner della Cantina Valle Isarco si conferma superstar
Il Kerner della Cantina Valle Isarco si conferma superstar La linea classica è stata premiata dalla guida "Il vino per tutti" con la targa Platinum
Il Kerner della Cantina Valle Isarco si conferma superstar
La linea classica è stata premiata dalla guida “Il vino per tutti” con la targa Platinum. Da Grand Prix i gioielli della linea Aristos firmati da Riccardo Cotarella. Una chicca il Kerner “Sabiona“.
E’ l’emblema della Valle Isarco. Alzi la mano chi, percorrendo l’autostrada che da Bolzano porta a Bressanone e poi al valico del Brennero, non è rimasto affascinato da quello sperone di roccia, soprannominata l’acropoli del Tirolo, che si erge maestosa nei pressi di Chiusa? Stiamo parlando di Sabiona e del monastero benedettino (Kloster Säben) che da più di 300 anni domina la valle.
Quell’antico monastero benedettino circondato dai vigneti
Trecento anni, dicevamo. Ma la storia di Sabiona comincia molto tempo prima. Nel 990, infatti, proprio qui, dopo il trasferimento della sede episcopale a Bressanone, fu eretta una rocca vescovile, in gran parte distrutta da un incendio nel 1533. Solo alla fine del XVII secolo, quando Mathias von Jenner, imprenditore e decano di Chiusa, fondò l’abbazia benedettina, il sacro monte ritornò agli antichi splendori e ritornò ad essere uno dei più importanti luoghi di culto dell’arco alpino.
Salvo alcune modifiche apportate intorno al 1890, l’immagine esterna del monastero con le sue chiese, la cinta muraria merlata e i vigneti, è rimasta praticamente immutata, come appare oggi.
Per 335 anni le suore benedettine hanno abitato nel monastero in assoluta clausura. A fine novembre 2021 le suore si sono trasferite in altre strutture e il complesso ora é luogo di preghiera e di lavoro di una comunità di monaci cistercensi austriaci in attesa di una decisione definitiva circa il futuro del monastero da parte della Diocesi di Bolzano-Bressanone.
La Valle Isarco è famosa nel mondo per i suoi pregiati vini bianchi
Il monastero di Sabiona – dicevamo – è circondato da vigneti e le uve sono conferite alla vicina Cantina della Valle Isarco, la più giovane cooperativa vitivinicola dell’Alto Adige, che grazie ai suoi pregiati vini bianchi (Kerner, Sylvaner, Sauvignon, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Chardonnay, Grüner Veltliner, Riesling, Müller Thurgau, Gewürztraminer) ha conquistato i mercati mondiali.
Dal 2013 la Cantina è diretta da un manager lungimirante e talentuoso, Armin Gratl, e si avvale della consulenza del principe degli enologi italiani e internazionali: Riccardo Cotarella.
La cantina fu fondata nel 1961 da 24 famiglie. Oggi i soci sono 135
La Cantina Valle Isarco fu fondata nel 1961 da 24 famiglie ed è la più giovane dell’Alto Adige. Oggi i soci che conferiscono le loro uve alla cantina sono 135 che coltivano 150 ettari di vigneti in 11 Comuni: da Bolzano fino a Bressanone (Varna, Bressanone, Funes/Tiso, Velturno, Chiusa, Laion, Castelrotto, Villandro, Barbiano, Fié e Renon).
La produzione annua sfiora il milione di bottiglie (950.000 per la precisione) distrbuite su 14 varietà (10 bianchi e 4 rossi) per un totale di 29 etichette.
Il Kerner linea Sabiona, affinato in botti di legno di acacia e tonneaux
Il Kerner linea Sabiona nasce su ripidi pendii che circondano il monastero ad una quota che si aggira tra i 650 e i 700 metri. I terreni alluvionali sono caratterizzati da una pietra particolare, la diorite, sono ricchi di scheletro e poco profondi. La vinificazione, dopo una pigiatura delicata, prevede un breve contatto con le bucce. La fermentazione avviene a temperatura controllata in botti di legno di acacia. Segue una maturazione sulle fecce nobili in tonneaux per 15 mesi, dopodiché il vino matura per ulteriori 9 mesi in bottiglia.
Lusinghiero il giudizio sull’annata 2020, un vino che sfida il tempo
Nei giorni scorsi, in occasione di un incontro in cantina con il direttore Armin Gratl e il presidente di Liber International Wines Marco Scartezzini, ho avuto il piacere di assaggiare il Kerner “Sabiona” annata 2020. Giudizio oltremodo lusinghiero. All’aspetto il vino si presenta di un bel colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. Al naso sprigiona un bouquet intenso, variegato, piacevolmente aromatico con sentori di pesca e albicocca. In bocca è pieno, elegante, speziato e con una spiccata acidità. È un vino che sfida il tempo con una capacità di invecchiamento di almeno 10-12 anni. Gradazione alcolica 14 gradi. Produzione: 2.000 bottiglie. A tavola si abbina con gli antipasti, il pesce, i piatti vegetariani, gli asparagi, i risotti alle erbe e ai funghi, ma è ottimo anche come aperitivo. Temperatura di servizio 8 gradi.
E promette bene anche l’annata 2023 assaggiata in anteprima
Promette bene anche il Kerner della linea classica, annata 2023, assaggiata in anteprima pochi giorni dopo l’imbottigliamento. E’ il vino simbolo della Cantina Colle Isarco anche per quanto riguarda i numeri: 200 mila bottiglie. Color giallo paglierino brillante con riflessi verdognoli, è una carezza con il suo bouquet aromatico di agrumi, frutta esotica e spezie. Conquista il palato, sorso dopo sorso, per freschezza e sapidità. Anche per questa annata è facile pronosticare una longevità molto interessante al pari del Kerner 2022 premiato dalla guida “Il vino per tutti” con la targa Platinum (punteggio 91 centesimi).
“Aristos”, linea prestigiosa che porta la firma di Riccardo Cotarella
Un discorso a parte merita della linea “Aristos”, linea che porta la firma prestigiosa del principe degli enologi, Riccardo Cotarella. Il Kerner 2022 nasce in alta quota (900 metri) nei vigneti eroici della Valle Isarco con pendenze vertiginose. L’ho riassaggiato in occasione della mia recente visita e confermo le impressioni dell’anno scorso. Intenso, profondo, avvolgente. Di un bel colore paglierino luminoso, bouquet agrumato con una piacevole “nuance” che ricorda la noce moscata. In bocca è un’esplosione di sapidità e croccantezza con un finale che rimanda il palato alle note agrumate del primo sorso.
Piacevolissimi anche il Grüner Veltriner (delicato, armonico, fruttato, floreale e leggermente speziato) e il Sauvignon Blanc che con la sua caratteristica nota erbacea (ortica, muschio, piante officinali) esalta la freschezza dei vini della Valle Isarco.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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