Cantine d’Italia 2020, la Guida a cura di Go Wine che si propone di promuovere la grande accoglienza italiana in cantina, è stata presentata ieri a Milano con un grande evento.
Alcuni numeri del volume: oltre 760 cantine selezionate, 230 “Impronte d’eccellenza” per l’enoturismo, oltre 4.300 vini segnalati, 1.600 indirizzi utili per mangiare e dormire.
Un volume che racconta luoghi e storie di uomini e donne del vino. Conduce al vino attraverso la cantina come sito da visitare e come fattore che concorre alla promozione del turismo del vino.
Una sorta di omaggio alla grande accoglienza italiana in cantina!
A tenere a battesimo la nuova edizione Adua Villa (giornalista, Globetrotter gourmet), Gianni Fabrizio (Gambero Rosso) e Antonio Paolini. Un collegamento in esterna si è realizzato con Bruno Gambacorta (Tg2 Eat Parade). Adua Villa, Gianni Fabrizio e Bruno Gambacorta sono gli autori di interventi che aprono il volume e che accrescono la natura di una Guida che ha nel racconto il suo punto di forza.
In sala oltre 80 aziende vinicole rappresentate, con moltissimi uomini e donne del vino provenienti da ogni parte d’Italia.
Massimo Corrado, presidente di Go Wine, ha presentato le linee generali del volume e le sue principali novità.
La Guida tende a valorizzare la cantina come luogo inserito nel contesto di un territorio vinicolo e come dimora ove uomini e donne operano. Essi realizzano quella virtuosa opera di promuovere il territorio mentre promuovono se stessi.
Una Guida che pertanto non vuole rivolgersi soltanto ai “super appassionati”, ma che desidera essere un’occasione per creare cultura a favore del vino e dei suoi territori. E per far riflettere sull’importante ruolo che la viticoltura italiana sta svolgendo a favore della bellezza e della valorizzazione di tanti territori.
“Continua la crescita di investimenti e attenzioni da parte delle aziende vinicole verso il turismo del vino – ha evidenziato Corrado nel suo intervento. In Guida sono numerose le realtà che si presentano sia attraverso attività parallele come agriturismo, b&b, sia attraverso iniziative che rendono la cantina un luogo aperto per incontri, eventi culturali, manifestazioni legate al gusto.
Fra le novità del volume i “percorsi autoctoni”, ovvero una segnalazione posta a fianco di aziende vinicole che meritano una particolare attenzione per un vino autoctono presente in cantina. Guardando soprattutto a vitigni forse meno noti e diffusi, ma che invitano a nuovi percorsi nell’Italia del vino.
Sono in totale 230 le “Impronte Go Wine” nella edizione 2020: rappresentano un segno di “eccellenza” nel campo dell’enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine assegna alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo.
Si tratta dei tre fattori su cui si compone la presentazione delle aziende vinicole e su cui si va a definire una loro valutazione.
Sito da intendere come luogo ove si trova la cantina, guardando anche alla cantina medesima dal punto di vista architettonico. Ma sito anche come patrimonio di vigneti complessivo di cui dispone la cantina.
Accoglienza per valorizzare la vocazione della cantina verso una parallela attività: sia per attività come agriturismo, B&B o ristorazione, sia per iniziative culturali che denotano un atteggiamento di “apertura” della cantina verso il mondo esterno.
Vino, come profilo produttivo dell’azienda valutato nel tempo, al di là dell’exploit di una singola vendemmia; dunque anche tenendo conto del carattere della produzione, della eccellenza di alcune etichette, di una particolare cura verso specifiche tipologie di vini.
Nella speciale classifica per regioni ai vertici troviamo la Toscana con 46 impronte, seguita da Piemonte (41) e Veneto (34).
Sono 16 le Cantine che raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine”:
Badia a Coltibuono (Toscana); Bellavista (Lombardia); Ca’ del Bosco (Lombardia); Capezzana (Toscana); Castello di Modanella (Toscana); Castello di Verduno (Piemonte); Castello Vicchiomaggio (Toscana); Ceretto (Piemonte); Donnafugata (Sicilia); Ferrari (Trentino); Florio (Sicilia); Fontanafredda (Piemonte); Lungarotti (Umbria); Malvirà (Piemonte); Masciarelli (Abruzzo); Planeta (Sicilia).
Uno spazio importante nella cerimonia è stato riservato alla consegna dei 7 “Premi Speciali”, che si rivolgono a Resort e Tavole aziendali d’eccellenza, vini “storici” e “autoctoni”, Enocultura, EnoArchitetture.
Ecco i premi speciali di Cantine d’Italia 2020:
Premio “Alto Confort” per il Relais aziendale dell’anno:
Mormoraia (San Gimignano, Toscana);
Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno:
Ristorante Cascina Capuzza Podere Selva Capuzza (Desenzano del Garda, Lombardia);
Premio “Cantine Meravigliose” per l’EnoArchitettura dell’anno:
Les Crêtes (Aymavilles, Valle d’Aosta);
Premio Enocultura:
Bottega del Vino Dogliani Docg (Dogliani, Piemonte);
Premio “Autoctono si nasce”:
Aglianico del Vùlture La Firma, Cantine del Notaio (Rionero in Vùlture, Basilicata);
Premio “Buono…non lo conoscevo!”:
Marmilla Igt Rosso Bovale, Su’ Entu (Sanluri, Sardegna);
Premio “Vini Storici d’Italia”:
Barbarossa Riserva Vigna del Dosso, Fattoria Paradiso (Bertinoro, Emilia Romagna).
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La Guida Cantine d’Italia 2020 è edita dall’associazione Go Wine; conferma l’impegno dell’associazione volto ad affermare, anche attraverso la Guida, i principi ispiratori dell’attività associativa. La redazione Go Wine cura la redazione di tutto il volume e del repertorio delle cantine selezionate, con i contributi e le segnalazioni di giornalisti e delegati Go Wine in Italia.
Le oltre 700 cantine presenti nel volume sono state scelte in base all’esperienza diretta.
Per ogni cantina una pagina ricca di notizie: dall’anagrafica aziendale ai dati sulla produzione, ai referenti interni da contattare; dai giorni e gli orari di visita alle informazioni stradali; dal racconto delle suggestioni che la cantina e il suo contesto offrono al visitatore a una serie di utili appunti sui vini aziendali con indicazione del vino top e degli altri vini da conoscere.
Ogni cantina è presentata attraverso una valutazione in stelle (su scala 5), suddivisa nei tre aspetti che sono ritenuti rilevanti dalla Guida: il sito, l’accoglienza e i vini.
Inalterato è sempre lo spirito dell’opera: spingere l’appassionato a viaggiare per conoscere il fascino del territorio del vino italiano attraverso il racconto di molti suoi interpreti d’elezione.
Fonte: Ufficio Stampa
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