Tra le bellezze paesaggistiche e territoriali della nostra Italia le isole, maggiori e minori, sono indubbiamente gioielli che offrono ai visitatori spettacoli naturali di rara bellezza. Visioni che solcano in cuore, si annidano nella mente regalando emozioni uniche e indimenticabili. Una di queste terre emerse dal mare è la Sicilia, la perla del Mediterraneo, il piccolo, grande continente, l’isola che colpisce, stordisce e rapisce al primo sguardo. Non vi parlo della Sicilia di Pirandello, di Sascia o di Camilleri, vi parlo della mia Sicilia, quella che ho conosciuto, visto, sentito, respirato e vissuto. Volti e voci, colori e profumi, contrasti e certezze. L’isola che ho amato e ancora amo con le sue coste a tratti frastagliate e rocciose, dorate e sabbiose in altri, mentre le calde acque baciate dal sole sono tra le più limpide, trasparenti e cristalline del Mediterraneo. Le armoniose e dolci curve di un territorio che cambia in continuazione fino ad apparire in movimento. L’uomo anch’esso diverso nei secoli per cultura, tradizione e religione che ha modellato l’isola rendendola patrimonio di storia vissuta e tramandata. I Templi Greci, il Barocco, i segni dei passaggi arabo, normanno e spagnolo, le grandi chiese cristiane e il nuovo che avanza.
Questa terra l’ho conosciuta attraverso la sua gente, il lavoro di uomini e donne, attraverso i sapori dei prodotti tipici, delle ricette tradizionali, del mondo del vino. Un mondo che negli ultimi decenni ha saputo con grande intelligenza mutare, evolversi, passare dalla quantità produttiva in vigna e in cantina all’alta qualità dei suoi vini: espressione unica di una terra magica.
Ho avuto la fortuna in tutti questi anni di lavoro di conoscere decine e decine di cantine dislocate su tutte le provincie dell’isola, entrare in contatto con le differenti filosofie di lavorazione dettate dai terreni, dai vitigni, dalle esposizioni delle vigne, dai progetti agricoli e imprenditoriali dei produttori. A Butera in provincia di Caltanissetta, per esempio, alla cantina PietraCava si producono ottimi vini rigorosamente monovitigno: una filosofia di vita e di vite. Vi parlo di vitigni sia autoctoni come il nero d’Avola, il grillo, l’insolia, il moscato, il catarratto sia alloctoni come il syrah, lo chardonnay, il cabernet sauvignon, Il sauvignon blanc.
L’azienda ha la sua ubicazione sul versante sinistro del torrente Comunelli, che alimenta l’omonimo lago, in un contesto agricolo al quale appartengono condizioni climatiche e morfologiche del terreno tali da avere un terroir, in cui i diversi vitigni si sono adattati nel tempo. E’ un contesto molto importante per avere nel raccolto in prima battuta e a ruota nel vino in cantina profumi e sapori unici. PietraCava è una realtà di circa 20 ettari che vinifica esclusivamente le uve di proprietà. L’azienda è attualmente in fase di conversione per il biologico mentre il metodo di coltivazione si contraddistingue per via di una concimazione organico-naturale senza utilizzo di pesticidi e diserbanti; gli anticrittogamici utilizzati sono quelli consentiti dal regime di coltivazione biologica. Una nota molto interessante è dovuta dalla composizione organica dei terreni che permette di evitare l’irrigazione.
Le uve vengono raccolte manualmente e questo consente di operare mediante una accurata scrematura dei grappoli idonei e di qualità. Per la fermentazione la cantina si avvale di vasche in acciaio inox a temperatura controllata, aggiunta di lieviti naturali e, anche per la quantità dei bisolfiti, viene rispettato il disciplinare bio.
Molti i vitigni e di conseguenza molte le etichette prodotte. Alcuni vini vengono affinati in barrique di rovere francese: un Nero d’Avola (24 mesi di legno per la riserva), il Cabernet Sauvignon (12 mesi) e anche una variante di Chardonnay che viene fatta fermentare in barrique e affinata per 3, 4 mesi. Il rosé è vinificato in bianco da uve nere nero d’Avola. Non mi dilungo con le notizie tecniche, non è nel mio stile, preferisco raccontare la qualità di questi vini che sanno parlare delle terra da cui provengono. Alcuni li amo in modo particolare, chi mi conosce sa bene quanto io sia un fan del Grillo ma non disdegno anche un internazionale come lo Syrah che in Sicilia assume note e sfumature decisamente uniche. Per gli altri altro non posso fare altro che complimentarmi con chi da anni ormai persevera con un lavoro serio e costante, impegnativo sicuramente, ma che ha saputo e saprà ancora regalare soddisfazioni. Ho detto da anni perché era l’ormai distante 2004 quando Domenico Ortoleva con tenacia e caparbietà decise di trasformare l’azienda per renderla competitiva con i tempi e con il mercato, mettendola in condizioni di realizzare grandi vini di qualità nel rispetto della terra e del lavoro dell’uomo. Vi segnalo con piacere alcuni dei vini PietraCava con qualche peculiarità: il Nero d’Avola denominato Septimo, morbido, fresco e con una persistente tannicità; uno Syrah chiamato Óneiros morbio e rotondo in bocca lungo e gradevole. C’è poi Il Nelumbo un fresco e fruttato rosé di uva nero d’Avola, a ruota il Millelune vinificato con l’inzolia, sapido, fresco e minerale. Lo Chardonnay Bacc’auri un vino pieno e grasso con il finale vellutato; un altro Nero d’Avola battezzato Manaar, e il Neofos un Sauvignon Blanc dal morbido finale al palato. Il Pioggia di Luce è il mio amato Grillo con le sue note esotiche molto raffinate, Kalpis invece è un Cabernet Sauvignon che si contraddistingue per il suo retrogusto speziato. Il morbido e vellutato Chardonnay Idria e il Moscato secco Sofalè completano la mia segnalazione. Sono vini interessanti, piacevoli, freschi nella loro complessità, differenti tra loro in modo tale da avere una ampia gamma a disposizione. E poi c’è l’ubicazione territoriale della cantina, ovvero Butera, quella parte di Sicilia che, come per i vini, si differenzia da altre zone dell’isola, perché la Sicilia è così: apparentemente uguale ma immensamente diversa.
Fabrizio Salce
PietraCava VINI
Via Pietra Cava
Butera (CL) Italia
Tel. +0039 0934 1935592
www.pietracava.it
info@pietracawines.it