Il Comitato Nazionale vini DOP e IGP da poco insediatosi presso il MIPAAFT ha lavorato duramente queste settimane per chiudere diverse istanze in sospeso. Uno dei dossier più importanti era quello del Soave, che aveva chiesto l’imbottigliamento in zona, in adeguamento alle altre denominazioni d’origine italiane.
ll Consorzio, in sinergia con la Regione Veneto e gli Uffici ministeriali, ha preparato in questi mesi tutta la documentazione da far pervenire al comitato presieduto da Michele Zanardo per accelerare i tempi di una modifica strategica per il futuro della denominazione scaligera e ieri è arrivata la conferma che la modifica sarà operativa dal 2019.
Come cambiano le regole?
Con questa modifica il Soave e il Soave Classico potranno essere imbottigliati solo nella provincia di Verona e nei comuni di Montebello Vicentino e Gambellara in provincia di Vicenza. Rimangono i diritti acquisiti di chi già confeziona il Soave al di fuori di quest’area, che dovrà comunque chiedere una deroga al Ministero delle Politiche Agricole.
Questa misura, accanto a quella già introdotta nel 2015 della fascetta di Stato, è funzionale alla tutela della tracciabilità del prodotto che viene immesso nel mercato.
«Devo ringraziare chi ha operato in questi mesi verso questa modifica – dice Sandro Gini, presidente del Consorzio – gli uffici ministeriali e quelli regionali che con grande disponibilità e attenzione hanno seguito l’iter e guidato il Consorzio verso questo passo di maturità e responsabilità. Attendiamo ora la chiusura dell’altra modifica, quella delle unità geografiche aggiuntive che pone l’accento su questo periodo di importanti cambiamenti per la denominazione finalizzati alla qualità del prodotto.»