Il secondo appuntamento della 10’ edizione del Premio Mediterraneo Packaging è stato un viaggio tra le terre di Sicilia che producono Syrah.
Syrah, il «vitigno internazionale più siciliano», nel nuovo mondo è denominato Shiraz; stesso vitigno, stesso colore intenso ma sentori molto diversi.
Dalla Valle del Rodano, alla Côte Rôtie alla Toscana viene coltivato in molte zone vitivinicole europee ma anche nel resto del mondo come Australia o Nuova Zelanda con caratteristiche organolettiche e sensoriali molto diverse tra loro. Quello siciliano è il giusto mix tra i due mondi. Grande speziatura ma anche tanta frutta.
La Sicilia ne è il maggior produttore in Italia per il suo terroir dalle caratteristiche uniche. Il sistema di allevamento classico della Sicilia, il tendone, si era rivelato buono per questo vitigno molto produttivo; era la forma di allevamento tradizionale e il Syirah rendeva bene. Ma con l’evolvere delle pratiche agricole, il tendone ha lasciato il posto al cordone speronato. Un vitigno generoso che si trova in tantissime denominazioni della Doc Sicilia.
A maturazione tardiva, non ha necessariamente bisogno del passaggio in legno per esprimersi al meglio. I suoi tannini non sono mai verdi o allappanti e acquisiscono anche in acciaio la giusta setosità mantenendo intatta la fragranza della frutta rossa.
Fondamentale, come per tutti i vini, la temperatura di servizio che non deve mai assolutamente superare i 18 gradi.
Jaques è il piccolo della famiglia Maenza, a cui è dedicato questo vino. Da un vigneto a circa 600 mt s.l.m e, dopo la vinificazione, sosta in barrique di secondo passaggio per 4 mesi. Colore rosso rubino e note spiccate di lampone e amarene con un tocco di pepe nero che si ritrovano poi intatti anche al gusto. Il tannino è perfettamente domato, elegante al palato. Un vino piacevolissimo, da 13.5 gradi perfettamente equilibrati.
Tutto acciaio per questo Shirah cresciuto a Petrosino (Tp). Qui è la frutta scura come la mora e il ribes a dominare. Forte la presenza di spezie mediterranee e che nascondono sentori cuoio e tabacco. In bocca è un’armonia di frutti rossi e tanta freschezza che ben equilibrano i 13.5 gradi alcol.
La cantina Daidone alleva le viti per questo vino a Camporeale (Pa). Nonostante un rosso rubino meno intenso, il naso è davvero un compendio di frutti rossi, pepe nero, carruba e altre spezie scure. È presente anche una gradevolissima nota balsamica mentolata. All’assaggio, il tannino risulta piacevole e ben affinato e si ripropone anche qui la nota mentolata. Intrigante il tocco amaricante in chiusura.
Elevato 9 mesi in barrique è un vino dalla grande struttura. Già dal colore che vira al granato si intuisce la maturazione di questo vino. Il naso è molto complesso: dalla peonia alla viola, tanta frutta e tante spezie, sia dolci che piccanti, ma anche sentori di sottobosco umido, muschio, vaniglia e cannella e, immancabile, tanto pepe.
Un vino strutturato da abbinare a piatti importanti.
L’Azienda Di Prima di Lago Arancio (Ag) eleva questo Shirah in purezza, in barriques per 12 e, per ulteriori 12 mesi in bottiglia. Nonostante l’età il colore rimane molto brillante ed il rubino ha ceduto il passo solo leggermente al granato. Un trionfo di terziari: dal caffè al cacao ad un freschissimo balsamico, quasi mentolato, un accenno di rabarbaro e tanta frutta matura, quasi confettura, ed ancora l’arancia sanguinella e la sua buccia candita con un tocco piacevole di delicato goudron in chiusura. Il tutto sostenuto da una freschezza scalpitante. Il tannino, elegante e raffinato, completa questo vino da abbinare a piatti importanti di carne ma che si più apprezzare soprattutto come vino da meditazione.