L’invito di Fiorenzo Varesco, patron della Storica Osteria Morelli di Canezza di Pergine, locale premiato dalla giuria internazionale con l’Award 2019 di miglior trattoria dell’anno. Era presente anche l’editore Maurizio Potocnik con la segretaria di redazione Tiziana Rinaldi.
<Una trattoria storica di nome e di fatto – si legge nella motivazione del premio – dove il pane sa di pane, le pietanze hanno il gusto della genuinità, i prodotti del territorio sono elaborati da mani sapienti senza dimenticare i vini che sono proposti (anche a bicchiere) a prezzi onesti. Numi tutelari di questo ristorante bomboniera sono Fiorenzo Varesco e la moglie Antonella. La loro è una cucina ruspante: dagli insaccati ai formaggi, dalle erbe spontanee ai funghi, dalle carni ai pesci d’acqua dolce. Niente voli pindarici, niente diavolerie. La parola d’ordine è semplicità>.
Nel corso della giornata il patron della storica trattoria ha fatto conoscere agli ospiti la storia, la cultura, le tradizioni della Valle dei Mòcheni, una valle <incantata> (come scrisse Robert Musil), un angolo di paradiso ancora incontaminato dove si parla un antico dialetto bavarese. Tema dell’incontro: il folclore, le attività artigianali, la gastronomia e la viticoltura. In particolare si è parlato degli antichi vitigni coltivati ai tempi dell’Impero nella Valle della Fersina come scrive Marzio Zampedri nel bellissimo volume edito da Proposta Vini. Vitigni strappati all’oblìo da una pattuglia di coraggiosi contadini come ha brillantemente spiegato l’agronomo Stefano Delugan.
Una giornata stimolante grazie anche alla squisita ospitalità di Antonella e Fiorenzo Varesco, splendidi anfitrioni, e alla simpatia di due personaggi straordinari della Valle: Claudio Morelli, responsabile del Museo etnografico degli antichi mestieri della Valle dei Mòcheni, e Dario Pegoretti, vulcanico animatore del Museo del Paracarro, un percorso stradale con i cippi e le targhe dei campioni del ciclismo.
A tavola Fiorenzo Varesco ha preso per la gola gli ospiti con un menu pantagruelico proposto in collaborazione con Gianpaolo Girardi, cui va il merito di aver riscoperto gli antichi vitigni presenti in zona ai tempi dell’Impero. Da standing ovation l’aperitivo di benvenuto con degli sfiziosi amuse bouche accompagnati dalle bollicine ancestrali Massenza Belle (da uve Pevarella) di Francesco Poli. Deliziosa la tartar di capriolo abbinata al Blanc de Sers di Casata Monfort (in duplice versione: spumante e ferma). E così pure la zuppa di funghi e castagne, piatto abbinato al San Lorenzo vendemmia 2019. Squisiti i tortelli di fagiano con la Clitocibe punicea (abbinati al Pfersen Rosso dell’azienda Angelica di Civezzano). Succulenti i bocconcini di camoscio e capriolo con le due polente (Mais Spin della Valsugana e Nostrano di Storo) accompagnate da una carrellata di funghi autunnali che si sposavano splendidamente con un sontuoso rosso della Vallagarina: il Majere Casetta Cadalora di Tiziano Tomasi. Dulcis in fundo, la rosada con miele di cirmolo e castagne per un matrimonio d’amorosi sensi con l’ammaliante Vino Santo di Francesco Poli. Chiusura in bellezza con un sorso di grappa monovitigno di Nosiola (altro vanto del Trentino) sempre di Francesco Poli. Poesia pura. Per volare in Paradiso.
Che altro aggiungere? Semplicemente chapeau. (GIUSEPPE CASAGRANDE)
Nelle foto: Antonella e Fiorenzo Varesco con la targa di miglior trattoria dell’anno. Seconda foto: La delegazione della Guida Best Gourmet of Alpe Adria all’ingresso della Storica Osteria Morelli di Canezza.