Un riconoscimento, non il primo, anzi il quinto dalla nascita della classifica nel 1988, ma particolarmente importante perché riferito al vino base della storica azienda di Castellina in Chianti, fondata negli anni ’70 dal giornalista ed editore Paolo Panerai. Il successo del Chianti Classico base è frutto del rigore aziendale nel perseguire la qualità attraverso il talento e l’impegno dell’Enologo e Direttore Generale dell’azienda, Alessandro Cellai, e del suo team di collaboratori.
Il Chianti Classico di Castellare è un blend di 90% Sangioveto e 10% Canaiolo, affinato per 8 mesi in barriques e tonneaux seguiti da minimo 5 mesi di affinamento in bottiglia. Solo vitigni autoctoni, senza Cabernet né Merlot, per mantenere la tipicità del più famoso dei vini italiani senza bisogno di vitigni internazionali, come del resto I Sodi di S. Niccolò, il super tuscan per ben due volte nella Top 100 di WS fatto con Sangioveto e Malvasia Nera. Naturalmente rosso rubino, il Chianti Classico Castellare di Castellina 2017 al naso è fragrante, fresco con piacevoli sentori di frutta rossa, liquirizia, ribes e un leggero tocco di vaniglia. Dominano le note tipiche del Sangiovese chiantigiano, non a caso chiamato Sangioveto. Al palato esprime una piacevole dolcezza, è rotondo, morbido e sapido. Un vino che ricerca, con la tipicità, la massima eleganza, molto amato anche per la sua caratteristica etichetta: l’iconico uccellino di Castellare (ogni anno diverso, fra quelli sempre piu rari) simbolo dell’impegno dell’azienda sul fronte della sostenibilità e della tutela dell’ambiente, da oltre 40 anni, con la rinuncia all’uso di prodotti chimici di sintesi.
Secondo Bruce Sanderson di Wine Spectator, l’annata 2017 del Chianti Classico di Castellare si caratterizza per il suo “terrific value”, e cioè per lo straordinario rapporto qualità-prezzo.
“Si tratta di un riconoscimento straordinario – commentano Paolo Panerai e l’enologo Alessandro Cellai – soprattutto perché lo abbiamo ottenuto con il vino base della nostra azienda. Un grazie speciale va a tutto il team di Castellare di Castellina per aver contribuito al raggiungimento di questo grande risultato”.
Castellare di Castellina, negli anni, ha saputo creare una gamma di vini pluripremiati a livello mondiale, tra cui I Sodi di S. Niccolò, orgoglio dell’azienda chiantigiana per aver dimostrato la grandezza del Sangioveto in blend con la Malvasia nera (l’annata 1985 si è classificata al 6° posto nella prima Top 100 stilata da Wine Spectator nel 1988). Ma anche Poggio ai Merli, 100% Merlot (in purezza, nella filosofia di non creare blend fra vitigni autoctoni e internazionali) la cui annata 2016 ha ottenuto 97+ da Monica Larner di Wine Advocate.
“Castellare di Castellina 2017 è uno dei tre Chianti Classico, cioè della zona storica da non confondere con Chianti generici, nei 100 Top di quest’anno”, conclude Panerai. “E fa seguito ad un risultato analogo dell’anno scorso, ottenuto sempre con il Chianti Classico, nella parte alta della classifica (quest’anno è terzo San Giusto a Rentennano, l’anno scorso Volpaia). Un grande successo della denominazione Chianti Classico da non confondere con quella semplicemente Chianti, senza zona specifica di produzione”.
Castellare di Castellina: un terroir ideale per vini di grande eleganza e longevità
Nata dalla fusione di 4 poderi, Castellare di Castellina è una tenuta di circa 80 ettari, di cui 33 vitati e 12 ad uliveto, adagiati sulle colline di un anfiteatro naturale esposto a sud-est, con un’altitudine media di 370 metri sul livello del mare. Circondate da boschi, le vigne hanno un’età anche di oltre 45 anni con rese nettamente al di sotto di quanto previsto dal disciplinare della DOCG Chianti Classico per ottenere il massimo della qualità. Un’ottima esposizione al sole, un buon drenaggio dell’acqua, un suolo misto di marne calcaree, galestro e argilla creano un terroir perfetto per vini ben strutturati, eleganti e adatti ad un lungo affinamento in bottiglia.
Fonte: Uffico stampa