“Ha preferito il falso abbraccio della serpe nera al profumo penetrante del glicine. Gli occhi dell’amore confondono le immagini all’innamorato; l’uomo si fa servo e la donna, se non ama, con scaltrezza infierisce.”
Terminò di scrivere questa frase, tolse lo sguardo dalla tastiera e sorseggiò delicatamente il suo Champagne. Lo conoscono tutti nell’ambiente letterario come lo scrittore che ama il celebre vino francese. E’ un accanito bevitore e un valido intenditore ma, soprattutto, ama fare bere Champagne ai personaggi dei suoi romanzi e delle sue sceneggiature cinematografiche. Larry è così, un maledetto autore di successo che ama le cose belle e buone: i sigari cubani, le auto d’epoca, le donne intriganti e misteriose, e lo Champagne. Apprezza i vini della maison Champagne De Barfontarc che ha sede a Baronville, nella Côte des Bar, una cantina nata nel 1962 grazie all’iniziativa di circa 50 récoltant che diedero vita alla Coopérative Vinicole de la Région de Baronville. Si pensi a 112 ettari di vigne situate in 7 villaggi circostanti. Negli anni a venire De Barfontarc si è distinta per la produzione di un’ampia gamma di etichette, vini capaci di esprimere il carattere della parte più meridionale della Champagne e che si caratterizzano per uno stile segnato da una cremosità fruttata. A Larry piacciono in particolare il 100% Tradition Brut e il Noir. Il primo, un 80% Pinot Noir e 20% Chardonnay ha un colore giallo chiaro, il bouquet esprime note di agrumi, albicocca e fichi che si ritrovano poi al palato accompagnati da una marcata e cremosa freschezza. Il secondo invece un 100% Pinot Noir dal colore giallo chiaro con lievi riflessi ramati, e con il bouquet che esprime note di frutti rossi e gialli canditi, spunti di brioche e un tocco speziato. Larry lo apprezza molto come aperitivo ma anche abbinato a piatti strutturati come il riso allo zafferano.
In quest’ultimo romanzo i protagonisti sono: Monique la serpe nera e Claude lo sciocco innamorato. La serpe nera è una di quelle donne non belle ma convinte di esserlo, di quelle che devono stare in sala trucco almeno due ore prima di uscire. Capelli lunghi, scuri, finto fascino mediterraneo, bassoccia e scaltra. Lui, Claude, è un vedono, bruttino e benestante. Ha una bella auto, una grande casa e la carta di credito allegra. Si sono conosciuti tramite amici ad una cena e la serpe lo ha accalappiato e gli si è attaccata come una sanguisuga. Lui se ne è innamorato subito e, vedendola con gli occhi dell’amore, non si rende conto della situazione reale. Si illude di essere amato e di essere importante e lei glielo lascia credere in tutta tranquillità. E così cene, regali costosi e viaggi sono all’ordine del giorno e il povero Claude, sempre illuso, paga come un banchiere svizzero. La sera in cui si conobbero a cena Larry cosa fa ordinare a Claude per fare colpo su Monique? Certo, Champagne, due bottiglie molto interessanti di una maison che ha sede a Vertus nel cuore della Côte des Blancs, ettari di vigneto classificati come Premier Cru e situati a circa 20 km a Sud-Est di Epernay.
Sulla storia dell’azienda abbiamo documenti risalenti al 1894, ma dobbiamo andare oltre con Alexis Mailliard, circa un secolo fa. Attualmente la maison è guidata dalla terza e dalla quarta generazione con 23 ettari di proprietà, metà dei quali sono ubicati a Vertus e il resto nei territori circostanti. Per Michel Mailliard lo Champagne non è mai stato solo questione di tecnica enologica, ma in primo luogo emozionale e culturale. Con grande piacere assaggiarono la Cuvee Mont Vergon Millesimee 2008 e la Cuvee Gregory. Il Mont Vergon millesimato. Il primo è un 100% Chardonnay dal colore giallo intenso, con un bouquet che esprime note di fiori bianchi, susina, burro e pasticceria ed un finale in bocca con cenni di meringa. Uno champagne straordinario con primi piatti a base di pasta ripiena e con secondi di pesci e crostacei. L’altro, il Gregory, un vino colore giallo paglierino, dal sapore con note di fiori bianchi, frutta a polpa bianca e cenni di patisserie e una piacevolissima cremosa freschezza.
Fine della prima parte…
Fabrizio Salce