Quarta edizione di Back to the Wine, la manifestazione dedicata agli artigiani del vino e alla loro esclusiva produzione, si terrà domenica 17 e lunedì 18 novembre 2019, nei padiglioni fieristici di Faenza.
All’appuntamento – il primo e più rilevante di questo tipo in Romagna – sono attesi 150 produttori di Vino Artigianale di eccellenza, provenienti non solo da tutta Italia, ma anche dall’estero, con molte interessanti new entry. Più di 800 le etichette disponibili. Al timone c’è come sempre Andrea Marchetti, ideatore della comunità di Vinessum, mentre l’organizzazione è in capo a Blu Nautilus.
Grande la varietà enologica che si potrà assaggiare nei due giorni di manifestazione, ma con un chiaro filo conduttore: sui banchi ci sarà esclusivamente una produzione artigianale, spesso a livello familiare, con una ‘tiratura limitata’ (quasi sempre fra le 15mila e le 20mila bottiglie annue) ispirata a una filosofia di fondo fatta di grande attenzione alla sostenibilità ambientale, al non utilizzo di chimica di sintesi, al rispetto del territorio ed ad un metodo di lavoro che riduce al minimo l’interventismo in cantina, accompagnando un’uva necessariamente sana dalla vigna alla sua massima espressione in bottiglia.
“Di anno in anno, sono sempre di più i consumatori che si avvicinano al mondo del vino artigianale – sottolinea Andrea Marchetti -, attirati da un prodotto che, per sua natura, rifugge dall’omologazione ed è in grado di offrire varietà, originalità, ricchezza di suggestioni. Il pubblico di Back to the wine è un pubblico consapevole, che non si accontenta di degustare, ma nel bicchiere cerca la storia, la cultura, la tradizione del vino e dei territori; il contatto diretto coi vignaioli presenti ai banchi risponde perfettamente a questa esigenza e rappresenta un valore aggiunto della nostra manifestazione. Tra l’altro, vale la pena di ricordare che nelle passate edizioni, oltre a nomi già notissimi, abbiamo sempre presentato anche produttori di talento al loro esordio, che poi hanno saputo affermarsi fra i migliori. Anche quest’anno proseguiremo quest’attività di scouting, accogliendo nuove e promettenti proposte”.
Come di consueto, nei due giorni dell’evento sarà possibile non solo degustare, ma anche comprare direttamente dai produttori. Back to the Wine, infatti, è anche mercato di vini,rivolgendosi certamente agli operatori professionali (per i quali sono previste particolari agevolazioni) ma anche ai privati, che potranno trascorrere una piacevole giornata di assaggi e di acquisti.
Ad arricchire l’offerta, una ventina di banchi tra food e ristorazione (sempre con un occhio di riguardo per la qualità artigianale).
Non solo: in programma ci sono due imperdibili classroom: la prima dedicata al Chianti classico di Radda, la seconda ai vini alchemici.
Riflettori sul Chianti classico di Radda con una verticale storica di Caparsino
Domenica 17 novembre, alle ore 15, Back to the Wine accende i riflettori sul Chianti Classico con una classroom durante la quale sarà proposta una verticale di Caparsino a cura di Francesco Falcone, con la partecipazione del produttore Paolo Cianferoni.
Nella tenuta di Caparsa, acquistata nel 1965 dal padre Reginaldo, dal 1982 Cianferoni produce vini in tutto e per tutto ‘devoti’ all’ambiente che li genera e al vitigno che lì fa la differenza: il Sangiovese.
Degustazione di vini alchemici con Giorgio Mercandelli
E’ fissata per lunedì 18 novembre, alle ore 13, la seconda classroom che vedrà protagonisti Giorgio Mercandelli e i suoi vini a fermentazione alchemica. Pioniere, con l’azienda di famiglia, del biologico e della biodinamica fin dagli anni Ottanta, oggi Mercandelli coltiva le sue vigne vecchie di cento anni, situate a Canneto Pavese, secondo i principi tanto semplici, quanto ardui, della filosofia biotica: la vigna è considerata un essere senziente, che memorizza nei frutti il suo rapporto col mondo, e il lavoro del vignaiolo è quello di supportarne l’armonia con gesti e pensieri coerenti alla legge di risonanza, portando gradualmente le viti al massimo grado di libertà dai prodotti chimici, biologici e biodinamici e senza alcun compromesso per la purezza dei frutti.
Nel corso della classroom, accanto ai vini di Mercandelli, saranno in degustazione anche il pane di Sonia Pasquale di Heliantus, e le terre universali di Marcus ingegnere del gusto.
Alla scoperta del Dolcetto di Ovada e di una nuova Valpolicella
Da segnalare anche il banco comune di assaggio Uò Patanù – Ovada Naked, a cura di un gruppo produttori di Ovada (AL), costituito dalle cantine Cascina del Vento, Cascina Boccia, La Signorina, Rocco di Carpeneto. Sempre dal territorio di Ovada arriveranno altre tre cantine con un proprio banco: Forti del Vento, Rocca Rondinaria e Cascina Boccaccio.
Sarà l’occasione per scoprire (o riscoprire) la produzione di una zona del Piemonte enoicamente meno nota rispetto alle denominazioni più famose, ma che produce vini di grande qualità e personalità, e dove il vitigno principe è il Dolcetto.
A Back to the Wine parteciperà anche ReValpo, ovvero, Valpo(licella) Revolution, un gruppo di sei aziende (Antica Valpolicella, Corte Bravi, Il Monte Caro, Il Roccolo di Monticelli, Montenigo, Terre di Pietra) che vive e produce vini naturali nel territorio della Valpolicella. In un territorio considerato classico e già noto, ReValpo si propone come una sferzata di nuove idee. A Faenza ci saranno tutte le sei aziende, ognuna col proprio banco.
Gli espositori stranieri
Back to the Wine conferma la sua vocazione internazionale ospitando una decina di aziende straniere, provenienti da Slovenia, Francia, Spagna e Georgia.
Millenaria la tradizione vitivinicola di quest’ultimo Paese (definito da alcuni la “culla del vino”); il giovane vignaiolo Beka Kereselidze, che partecipa per la prima volta alla manifestazione faentina, arriva dalla regione Racha dove, con la sua Sad Meli Winery, porta avanti la tradizione di famiglia utilizzando varietà autoctone quali Saperavi, Tetra, Alexsandrouli e seguendo le tecniche ancestrali georgiane con vinificazione e affinamento in Qvevri.
Il recupero delle coltivazioni e delle tecniche tradizionali è alla base anche del lavoro dei ragazzi di Baldovar 923, anch’essi ospiti per la prima volta a Back to the Wine. Provenienti dalla regione montana Alto Túria presso Valencia, hanno recuperato la cultura naturale dell’uva Merseguera e Bobal ristrutturando una vecchia cantina abbandonata.
Fonte: Ufficio stampa