IMPERIALE IL GIN DI ROCCA MONTEMASSI

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A Imperiale, il più indomito dei tori di Maremma è dedicato il Gin di Rocca di Montemassi. Un ribelle, irriverente, divenuto leggenda. Imperiale incarna lo spirito della terra e del popolo maremmano. Forza, intensità, sfida in un gin, che salta gli ostacoli delle convenzioni e si carica dei profumi più intensi della Maremma.
Il ginepro, felicemente diffuso dalla costa maremmana fino all’entroterra toscano e rinomato per la sua
qualità eccellente, è l’ingrediente principale che conferisce toni balsamici e oleosità, fondamentali per
garantire al distillato consistenza e persistenza.
Oltre al ginepro, la ricetta di Imperiale include altre cinque botanicals – fiori di sambuco, camomilla,
curcuma zedoaria, bergamotto, rosmarino – piante che crescono spontaneamente nei terreni della
Tenuta. Rosmarino e fiori di sambuco donano i caratteristici aromi mediterranei, mentre dalla zedoaria
provengono le note più schiette e asciutte. Infine, la dolcezza della camomilla attenua l’irruenza del
distillato per un finale rinfrescante e gradevolmente amaro.
Per le sue caratteristiche Imperiale è un gin ottimo da miscelare con una tonica di qualità, perfetto per
creazione di drink originali, ma grazie alla sua grande freschezza e bevibilità può essere gustato anche da
solo.

LA LEGGENDA IMPERIALE
In Maremma, anche gli animali per anni hanno fatto parlare di sé. È il caso di Imperiale, il toro figlio del
grande Fiume. Era bello, forte, abituato al silenzio della campagna; gli unici rumori erano il galoppo dei
Butteri e il muggito delle Vacche Maremmane.
Ma un bel giorno, il suo padrone, decise di portare Imperiale alla festa organizzata nel prato delle Cascine.
Il toro si trovò fuori dal suo ambiente. Non più silenzio, ma il vociare dei numerosi spettatori, che erano
accorsi a vedere la marcatura dei vitelli e la doma dei puledri. Ad un tratto innervosito buttò giù
lo steccato del suo box e scappò mugghiando.
La folla impaurita si dette al fuggifuggi. Imperiale rincorso dai suoi butteri non si fermava, anzi nella sua
folle corsa abbatté una carrozza, sventrò un cavallo e giunse all’Indiano, un caffè all’aperto pieno di gente.
Il toro si fermò, si guardò intorno, le persone scappando gridavano. Adocchiò una signora, che impietrita
dalla paura era rimasta seduta al tavolo, le si avvicinò, l’annusò, la guardò negli occhi e poi infilandole
il corno sotto la gonna le strappò l’abito lasciandola seminuda.
La signora svenne e Imperiale riprese la sua corsa. Ancora non aveva finito. Fiutata l’acqua, si diresse
al galoppo sulla sponda dell’Arno e ci si tuffò. Menomale che i butteri riuscirono a catturarlo con il laccio
e si sentirono tranquilli solo quando lo riportarono in Grancia.
Morì nel 1940 dopo un altro dei suoi gloriosi duelli.

Rocca di Montemassi si protende verso le Colline Metallifere da un lato e verso il Mar Tirreno dall’altro. La
Tenuta si estende per 430 ettari, di cui 180 vitati. La luce, le buone escursioni termiche e i diversi terreni
ricchi di depositi minerali, di ferro e di argilla creano un terroir ideale per diversi vitigni, dai tipici
Vermentino e Sangiovese a varietà internazionali, come Syrah, Viognier, Merlot, Cabernet Franc e
Cabernet Sauvignon. In questo suggestivo angolo di Toscana nascono vini di grande carattere e intensità
aromatica come Rocca di Montemassi, il cru della Tenuta, Le Focaie, Calasole e Syrosa.
Lo spirito indomito e l’anima selvaggia di Rocca hanno poi ispirato un Gin dedicato a Imperiale, il
leggendario toro della Maremma. Accanto alla produzione viticola, si è sviluppata la produzione di antiche
varietà di cereali, oltre all’allevamento della pregiata vacca Maremmana e all’orto sperimentale, progetti
che hanno dato vita alla prima “WINE FARM” toscana.
Al suo interno si trova il “Museo della Civiltà Rurale”, inserito dal 2018 nella Rete Museale della Provincia di
Grosseto – Musei di Maremma (museidimaremma.it).

Fonte: Ufficio stampa

 

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